212 - matrioska

La Matrioska è un souvenir russo per eccellenza, simbolo dell'arte popolare russa ed è un insieme di otto o cinque bamboline vivacemente colorate e apribili,ciascuna delle quali ne contiene una più piccola.Il nome originale era “matrena” (dal latino mater ,madre) e Matrioska è un diminuitivo che rappresenta il simbolo della madre,della generosità materna e della fertilità della terra.Le bambole colorate con il vestito tradizionale russo rappresentavano in ordine di grandezza una madre,una ragazza,un ragazzo,una bambina e dulcis in fundo una neonata in fasce.
Nella vignetta invece si è voluto invertire l’ordine di grandezza delle bamboline perché noi italiani conserviamo ciò che più è prezioso sempre all’interno di qualcosa e tanto per fare un esempio basti pensare all’uovo di pasqua e alla sorpresa che vi è dentro.O immaginiamo,e quasi sempre a ragion veduta, che dietro a una velina ci sia sempre qualcuno che la raccomandi che e dietro a un politico ,all’apparenza autonomo, ci sia sempre un mentore che consigli e impartisca ordini.
Le bamboline rappresentate in questa vignetta,almeno le prime quattro,rappresentano all’interno del partito dell’U.D.C. l’ordine di potere ovviamente rappresentato dalle cariche elettive e dal numero dei voti che hanno riportato nelle precedenti elezioni.La quinta bambola sicuramente non è iscritta a nessun partito anche se nel passato ha avuto tramite il figlio una rappresentanza in consiglio comunale nelle fila dell’ormai deceduto Partito Social Democratico Italiano.Un partito appartenuto in toto all’on.Cintola a fine anni novanta.La vicinanza con la titolare della distilleria non è un mistero o un segreto ed è stata per il nostro deputato alla Regione Siciliana un trampolino di lancio e di rilancio nell’agòne politico.Dal P.S.D.I all’U.D.C. la musica non è cambiata e l’amicizia è rimasta immutata da almeno vent’anni lasciando una scia di odori inebrianti e dei perfumi termali molto salutari.Dovunque Totò Cintola andrà, avrà sempre un partito profumato e affumato.

211 - rimand A.T.O.

Fumata nera al Palazzo del Carmine per la mancata elezione del Consiglio di amministrazione dell’A.T.O. rifiuti e rinvio a data da destinare.Si prevedono almeno sei mesi e forse sono pochi per comporre nuovamente l’organo collegiale che amministri ed elegga anche il presidente.In questa vacatio ,semprechè non vi sia un commissariamento,l’ordinarietà sarà gestita dall’amministratore delegato dott..Randazzo.ex sindaco di Terrasini e dal presidente del collegio dei revisori rag.Amato.
E la ragione di siffatta decisione è semplice:i componenti del C.d.A. da sette passano a tre ed è necessario modificare lo Statuto anche per la rappresentanza provinciale perché non è accettabile che uno dei tre sia espressione di Palazzo Comitini; e per questa variante occorre il benestare di tutti i consigli comunali aderenti all’A.T.O. rifiuti,compreso quello di Partinico ed essendo lo stesso sciolto per la sfiducia al sindaco Motisi si dovrà aspettare che lo stesso si ricomponga nella prossima primavera.
Gli amici e gli estimatori di Enzo Paradiso erano pronti a festeggiare la nomina dell’ex segretario di Forza Italia come componente dell’AT.O. in rappresentanza della Provincia di Palermo.Tale nomina era considerata come un premio del presidente della provincia Ciccio Musotto a uno,se non l’unico, dei pochi politici di Forza Italia che sia in grado di fare un comizio “quattru e quattr’ottu” senza essere sgrammaticato e soprattutto con i congiuntivi non errati.Si possono anche non condividere le idee o le opinioni di Enzo Paradiso o a volte trovarsi spiazzati per i suoi cambiamenti d’umore politico ma di una cosa siamo sicuri:è istintivo,non è vendicativo e il suo modo non arrogante di confrontarsi con gli avversari politici non lo rende affatto antipatico. Queste qualità purtroppo sono inutili nella fauna politica e non lo immunizzano dalle sorprese sgradevoli come quella di venerdì scorso al Palazzo del Carmine perché Enzo Paradiso, peccando di ingenuità ,non se lo aspettava ed è stato rimand A.T.O. a data da destinare.
Caro Enzo….siamo quasi in campagna elettorale e la tua carica di sottogoverno ,oltre ad accrescere il tuo potere politico, avrebbe scombussolato gli equilibri del tuo partito che anticipatamente sta festeggiando il Natale in casa Giordano perché…come nel famoso film…Paradiso può attendere.

210 - da Natale...a S.Stefano

Fedele Confalonieri ha detto che le immagini di Piazza San Babila con Silvio Berlusconi , che sale sul predellino di una Mercedes circondato da una marea di persone, gli ricordava l’arrivo di Lenin in Russia a bordo del treno piombato.Di memoria più recente è Boris Eltsin che parla da un carro armato all’epoca del tentato golpe contro Gorbaciov.A noi di Partinico invece tornava in mente il 1981 quando un candidato a deputato regionale del Partito dei Pensionati impazzava nel nostro collegio e improvvisava comizi dal pradellino di una Fiat 127 promettendo pensioni a tutti,compresi i bebè.
Silvio Berlusconi con un colpo di spugna alquanto magistrale ha giocato d’astuzia nei confronti degli alleati e in un batter d’occhio ha sciolto Forza Italia e si appresta entro il gennaio del 2008 a costituire il Partito del Popolo della Libertà in diretta concorrenza con il Partito Democratico di Walter Veltroni.Senza nessun preambolo ha giocato d’anticipo e ha invitato il centrodestra e gli elettori indecisi a salire sul suo carro.
Sua Emittenza però non si è preoccupato dei suoi fedelissimi sergenti e caporali di forza Italia sparsi in tutto lo stivale che si erano già organizzati per celebrare congressi e all’improvviso si sono trovati senza casa e senza nome.Non si era mai visto celebrare eleggere,anzi acclamare un segretario e un direttivo di un partito che non esiste più.Renzo Di Trapani quando fu eletto segretario del defunto partito della Margherita almeno era già al corrente che sarebbe durato poco.Diego Campione invece è rimasto di sasso e sa benissimo che il suo mandato durerà da Natale a Santo Stefano e più che una rinascita di Forza Italia si appresterà a celebrare il funerale del vecchio partito che già ,da come si vede nella vignetta,è un po’ “scancarato” e traballante perché la base dell’albero di Babila, formata da tanti Babbo Natale concatenati tra di loro, non regge e notizia ne è il fatto che sia Rizzo Puleo che Vito Giovia hanno detto di non accettare di far parte del direttivo.
Una considerazione però è d’obbligo:caro segretario …non si può rinnovare un partito senza includere nel direttivo delle donne e dei giovani e soprattutto delle facce nuove.Rispondi a questo quesito:ti stava più a cuore la tua nomina a segretario concordata per acclamazione o un partito più fresco di idee con una linfa nuova?

209 - fusi e rifusi

L’altro giorno abbiamo assistito ad una ruota libera di Telejato dove i protagonisti dell’intervista erano il novello Nerone e la sua consorte politica.E possiamo dire. senza alcun dubbio, che sono stati sinceri sul programma politico che vogliono attuare e soprattutto sui loro progetti.E infatti più di una volta hanno ripetuto le seguenti parole: “RIFONDEREMO PARTINICO”.Gli osservatori più attenti non si sono lasciati sfuggire il verbo al futuro e i più maliziosi,data la passata esperienza amministrativa del centrodestra,hanno pensato al verbo “rifondere” più che al verbo “rifondare” e l’osservazione non è del tutto insensata perché in un paese con tante “teste di ferro” non c’è altra via che la fusione,anzi la “rifusione” perché Partinico già è stata incendiata e fusa e prova ne sono pure i “fusi e rifusi” che spesso vanno a Telejato solamente per il proprio tornaconto o per una overdose di frivola notorietà.
P.S.:Nerone non fu tenero con le sue mogli. La prima,Ottavia,fu da lui ripudiata e quindi uccisa perché se n’era stancato;la seconda.Poppea, fu pure da lui uccisa perché aveva osato rimproverarlo.

208 - adotta un monumento

Il progetto “La scuola adotta un monumento “ nacque a Napoli nel 1993 e dopo un paio di anni si sviluppò su scala nazionale e le città italiane che hanno aderito sono state circa duecento. L’adozione avveniva durante una cerimonia dove il Sindaco affidava ad una scuola un monumento e gli studenti venivano nominati tutori impegnandosi a salvaguardarlo dall’incuria e da eventuali atti vandalici.Oltre alla protezione del bene si impegnavano pure a pubblicizzare e promuovere il bene monumentale valorizzandolo e permettondene la fruizione.Il progetto venne rilanciato anche nel 2002 per la durata di un triennio.
A Partinico purtroppo abbiamo pochi beni monumentali e alcuni sono in fase di ristrutturazione e quindi non pronti per un’adozione.Non sappiamo o almeno non ci ricordiamo se qualche scuola abbia aderito negli anni passati all’adozione e se così fosse non ce ne siamo accorti .Siamo certi però che la fontana barocca sita in piazza Duomo(l’otto cannola…per capirci) non è stata mai adottata.Anzi è stata deturpata dai vandali,logorata dal tempo e ingannata da qualche politico con tanto di seguito che in pre- campagna elettorale ha promesso una manutenzione straordinaria.E nonostante una passerella con foto e articolo sul Giornale di Sicilia sino ad oggi la fontana è sempre la stessa: “un vecchio rudere”.
A questo punto la soluzione migliore per vita degli otto cannoli è quella di affidarla per almeno venti anni, a patto che la restauri,al nostro benefattore calato dal cielo,all’uomo del Monte,cioè a lui:l’Ingegnere Lino Iemi,presidente della Policentro Daunia.Sarebbe la ciliegina sulla torta di un progetto faraonico ricreando in questo modo la centralissima piazza Duomo e completando così l’opera di transumanza dei tanti partinicesi abituati moltissimo alla genuflessione e alla riverenza. L’ingegnere, nonostante sia più anziano di sette anni dalla sua prima apparizione , è molto giovane nelle idee e infatti il suo progetto sarà rielaborato e un pò modificato trasformando alcune sale cinematografiche in sale da gioco dato che gli italiani negli ultimi anni giocano come pazzi grazie anche alle leggi permissive in materia di gioco.Sorge un dubbio…e se passasse un altro progetto di legge presentato tempo fa sull’apertura delle case chiuse ci adegueremo alle leggi vigenti ?
Nella vignetta il Messia da nove milioni di euro (il pagamento annuale dell’’I.C.I. che se vuole può versare nelle casse comunali…lo ha detto in tv l’ex consigliere Vito Giuliano) alla guida di un camion trasporta definitivamente e simbolicamente il cuore della città,cioè la fontana con “annessi e connessi”,a contrada Margi adottando,valorizzando e salvaguardando pure tutti “gli uomini del presidente”.
N.B. I politici che hanno avallato un progetto “senza se e senza ma” ci sono tutti nel disegno e se alcuni non li vedete è perché sono tanto trasparenti da essere invisibili all’occhio umano.

207 - L'araba fenice

Ambientalisti,pseudoambientalisti,politici e politicanti,manifestanti del 14 maggio 2004 ridotti al lumicino….”mittititivi u curuzzu a partitu” (mettetevi il cuore in pace) perchè dalle nostre parti risorge sempre una stella senza età,una figura mitica che non si spegne mai: l’Araba Fenice,un airone dalle piume d’oro e fiammeggianti,venerato e onorato nell’antico Egitto e precisamente nella città di Heliopolis (con la acca di davanti però… a scanso di equivoci).La Fenice, sempre secondo la leggenda,era un uccello sacro ed un unico esemplare che moriva e resuscitava.Si nutriva di perle d’incenso e viveva per cinquecento anni per poi ardere sul rogo e rinascere dal fumo e dalle sue stesse ceneri più pura e più bella.Si racconta che volasse pure in terra straniera e precisamente nella vicina Mazara del Vallo. Prima della morte costruiva un nido utilizzando anche delle spezie,del mirto e della cannella e intonando una canzone si lasciava incendiare dai raggi del sole emanando un’ondata di profumo tipo Arrogance o Chanel n.5 in tutta la zona circostante . Per gli scrittori cristiani era il Simbolo della Resurrezione e per i popolani era qualcosa di magico ed era considerato un portafortuna.Considerando che la nostra Araba Fenice vivrà per altri quattrocento e passa anni possiamo gioire perché quando sarà il suo turno Ella risorgerà sempre perché è una stella immortale e soprattutto un mito che non vuole spegnersi mai.

206 - gli indifferibili

Nel 1993 l’allora sindaco democristiano Gino Geraci presentò le dimissioni e così fecero gli altri assessori tranne uno:Totò 1600 alias Totò Chimenti.Essendo l’unico componente della giunta manteneva in vita un’amministrazione seppure zoppa ;e solamente le sue dimissioni avrebbero permesso all’assessorato agli enti locali di nominare un commissario straordinario.Perchè Totò Chimenti non mollava?Perchè voleva rimanere incollato alla sua poltrona sapendo che prima o poi avrebbe dovuto dimettersi?Totò 1600 non aveva nessun interesse politico nè altri interessi del tipo:c’è un mandato da firmare o una licenza da concedere.Totò aveva solo un desiderio noto a tutti:mettersi la fascia da sindaco durante la processione della Madonna del Ponte e mancando pochi giorni all’evento aveva detto agli amici che il lunedì mattina si sarebbe dimesso.Totò però non aveva previsto che fu una domenica piovosa e che la processione fu rinviata alla domenica successiva che fortunatamente per noi e per lui fu primaverile.E come si fa a non ricordare Totò elegante e raggiante di felicità fotografato dagli amici,tra cui si ricorda anche Totò Rizzo Puleo.Il giorno dopo Totò 1600 si dimise e la nostra città per la prima volta ebbe un commissario straordinario.
Nel novembre del 1999 ed esattamente il giorno dopo la sfiducia al sindaco Gigia Cannizzo un consigliere comunale del centro sinistra divenuto poi assessore nella giunta Motisi, avendo notato la presenza dell’ex primo cittadino nel palazzo di città , gridò a squarciagola alla malcapitata:” esci…vattene…non sei più il sindaco”.Nemmeno al peggior nemico si riserva un trattamento simile perché si deve avere rispetto della persona sconfitta senza infierire e concedendo l’onore della resa.
Alle cinque e trenta del 5 settembre del 2007 viene invece sfiduciato da 28 consiglieri comunali il sindaco Motisi e assistiamo a una tragicommedia dove protagonisti della vignetta sono “GLI INDIFFERIBILI”,cioè coloro i quali non possono essere rimandati e quindi non essendo stati promossi dal consiglio comunale sono stati “bocciati” e la loro speranza è solo un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale.A differenza delle motivazioni religiose di Totò Chimenti o delle motivazioni strettamente personali di Gigia Cannizzo,non vogliono andarsene e persistono nel rimanere inchiodati ed attaccati alle poltrone e ,nel chiuso della stanza del segretario comunale Lucio Guarino,vogliono sapere quanto potranno rimanere ancora in sella e di quanto ossigeno possono ancora disporre (perché non se ne vanno “mancu a cannati”).Eduardo De Filippo in confronto a loro era un pivellino e se ci fosse stata una candid camera dentro l’ufficio del Segretario comunale avremmo assistito a un capolavoro unico nel suo genere.Aspetteremo con ansia che un giorno Lucio Guarino scriva le sue memorie.Con grande rammarico per gli sfiduciati abbiamo appurato che sono caduti gli organi elettivi,cioè gli assessori,i quali non hanno più deleghe e sono, sino a lunedì prossimo(giorno…forse…dell’arrivo del commissario regionale) solamente dei componenti di un organo collegiale e possono intervenire solo nei casi di atti indifferibili (che non possono essere rimandati)di competenza della giunta municipale.Le deleghe del sindaco passano al vice sindaco.Ahinoi…siamo senza governo.
Nella vignetta il buon Peppone allontanato dal vento dei ventotto consiglieri comunali che lo hanno sfiduciato non ha perso il suo buonumore e pensando a quella leggenda metropolitana che ha per protagonista una coppia di coniugi partinicesi a spasso per le vie della città,ci fulmina con una delle sue battute dicendo:” CHE VENTOTTO… ; 29 e 30 . AMUNINNI (andiamo) A CASA “ risponde il saggio consigliere Michele Chimenti perché ventotto nella lingua italiana non è diminuitivo di vento, bensì il numero dei consiglieri sfiducianti che mandano a casa ,oltre a loro stessi, il sindaco,il sindaco dietro le quinte,la giunta e anche il ventinovesimo e trentesimo consigliere.
Cari concittadini…resistete e siate fiduciosi perché è vero che siamo addolorati per la chiusura dell’Excelsior,unico cinema di Partinico,,ma siamo altrettanto felici e certi che a maggio o giugno riaprirà nuovamente il teatro con nuove o restaurate marionette.E la nostra speranza più da telespettatori che da elettori è quella di rivedere nei banchi del consiglio comunale di Partinico gli indimenticabili Saverio Settimo e Pietro Paladino.

205 - incubo babau

Il sogno è un insieme di immagini più o meno coerenti che si presentano alla coscienza durante il sonno.A occhi aperti è un desiderio,una speranza del tipo ( quanto mi piace Giovanna, Giusy,Franca o Giacomina) o a volte può essere un’illusione.A noi però interessa parlare del sogno come fenomeno psichico particolare che si verifica durante il sonno,dovuto ad un indebolimento della coscienza,nonché all’attivazione dei processi psichici inconsci.In questa vignetta invece il sogno è brutto e diventa un incubo (dal latino incubus,da incubare,giacere sopra) ed è una preoccupazione che turba profondamente.Nell’antica credenza popolare l’incubo era un demone maschile che,durante la notte,tormentava le dormienti,con cui si congiungeva carnalmente.Nel linguaggio comune,quando ci capitano disgrazie o tutto ci va storto,possiamo dire che”ci sembra di stare in un incubo”.L’esperienza dell’incubo notturno può diventare terrificante se si fanno dei sogni angoscianti…specialmente se sono cosi chiari da sembrare reali al punto da svegliarsi nel bel mezzo della notte.Al risveglio,la persona ricorda il tutto nei minimi dettagli e può presentare ansia,tachicardia,sudorazione ,paura e difficoltà a tornare a dormire.A volte gli incubi possono essere ripetuti più volte in una sola notte,spesso con temi ricorrenti.I bambini vivono l’incubo come realtà perché sono facilmente impressionabili e sognano spesso una creatura misteriosa e informe,
crudele e assetata di sangue… l’uomo nero, cioè “L’INCUBO BABAU”:l’immagine più spaventosa che la loro mente riesce a partorire.,l’incubo più inconscio che non vorrebbero mai vivere,ma che li terrorizza maledettamente.Il babau è una successione di sillabe utilizzata anche per riprodurre il latrato dei cani.
Peppone e company da alcuni giorni sognano il loro “babau”,cioè Gigia Cannizzo,ex sindaco di Partinico e Franca Tranchina,ex assessore ai Servizi Sociali , autorevoli rappresentanti dell’ultima giunta Cannizzo; e la preoccupazione di Peppe non è la congiunzione carnale con i protagonisti dell’incubo,bensì l’imminente e probabile mozione di sfiducia perché le parole che rimbombano senza sosta ai malcapitati sognatori sono identiche a quelle scritte nel cimitero di Montelepre: “FUMMO COME VOI , SARETE COME NOI “,cioè amministratori del Comune di Partinico e poi… sfiduciati anche dai partiti del centrosinistra .E se c’è un demone è il 1999 ,cioè l’anno della sfiducia alla giunta Cannizzo,stimolata e voluta dall’allora Partito Popolare per incompatibilità con l’operato chiaro e trasparente del primo sindaco progressista di Partinico. Il 2007 sarà ,con questa sfiducia inevitabile,un anno nero perché la morte politica di un progetto è sempre un lutto e le conseguenze le pagheranno i cittadini e soprattutto gli elettori liberi del centrosinistra delusi da questi ventisette mesi di sindacatura Motisi.

204 - mozione di sfiducia



Ciccio Toia è un assessore nato e con grande maestria si adatta ad ogni situazione e infatti l’altro giorno il nostro sindaco pro-tempore l’ha incaricato, tramite una delega,di celebrare un matrimonio civile nel Palazzo dei Carmelitani.Il nostro cruccio,da telespettatori,è quello di non avere assistito a questo lieto evento dove Ciccio sicuramente avrà fatto un figurone .Siamo arrivati in ritardo,cioè quando gli sposi erano già tali;ma per nostra fortuna lo abbiamo potuto vedere elegantissimo e con la fascia tricolore mentre ,come assessore alla cultura ,più che presentare un libro con relativo autore,riceveva il consigliere Pietro Paladino,il quale invitava i colleghi consiglieri comunali ad una sana lettura e tutto ciò era chiaro nell’intervista rilasciata ieri 27 agosto 2007 a telejato: “questa amministrazione non aveva dove andare…ce l’hanno dimostrato due anni a questa parte.Amo,abbiamo cercato il centrodestra… di riparare appoggiandorli…che non cioè abbiamo fatto capire che non abbiamo fatto opposizione per farli governare per vedere se loro erano in condizione di potere governare questo paese.Vistosi che le condizioni non ci sono perché non hanno le capacità abbiamo capito già che le capacità ci mancano;allora abbiamo preso la nostra decisione e sarà la decisione quella giusta perché il paese vuole questo:.la sfiducia a questa amministrazione.Mi dispiace per Giuseppe Motisi che è un carissimo amico perché è na degna persona…questo lo dico…questo lo dico …una degnissima persona.Mi dispiace per lui purtroppo laddove il veicolo che lui ha imboccato è un veicolo (cieco) che non può avere salvezza;quindi non possiamo accarezzare lui per non penalizzare gli altri.Diciamo che siamo arrivati all’apice della situazione.La sfiducia ormai è firmata.Io l’ho firmata puru:La voterò in consiglio comunale sicuramente anche perché si dice:”uomo si ci nasce e nun ci si diventa”.Io ho firmato la mozione di sfiducia ma questa firma è fantasma…quello che vale è il voto in consiglio comunale.Quando siamo chiamati uno per uno i consiglieri comunali a votare. Sarò io a votare come tutti gli altri quelli che votano.Poi ognuno se ne assume le proprie responsabilità di ciò che va a votare.Se c’è qualcuno che si “retreggia” avendo firmato il foglio vuol dire che” non ha i pantaloni”.Ha una gonnellina come le donne che sono” magari vedove” o le donne che non hanno fortuna di sposarsi o che decisero/decidono di non sposarsi.Tutto questo è nato in virtù della votazione della Policentro Daun Partinico.”
Il consigliere Paladino,votato ed eletto nel 2005 e sicuramente stravotato alle prossime elezioni “perché noi siamo stati votati dalla popolazione e dal “pubblico” di Partinico”,in quanto a spettacolo non è secondo a nessuno, nella vignetta invita quasi tutti i consiglieri comunali contrari a questa amministrazione,firmatari o meno della mozione di sfiducia, di leggere il libro “Volevo i pantaloni” di Lara Cardella.E’ un romanzo biografico e la scrittrice,originaria di Licata, voleva attirare l’attenzione sulla situazione delle donne siciliane dove protagonista è una ragazza che da piccola ha sognato di portare i pantaloni, un simbolo di emancipazione e di libertà.Pietro Paladino,ex componente del “quartetto cede”,spera che almeno 20 colleghi consiglieri(lui compreso) abbiano i pantaloni dimostrando di avere gli attributi( compresi quelli che non hanno presentato la sfiducia e che a parole dicono di votarla).
Dal canto suo quel furbo di Peppone conoscendo abbastanza bene la fauna politica e gli appetiti nostrani si dedica ad una lettura più appropriata al caso ed infatti ha preso dallo scaffale di casa sua il romanzo più famoso di Victor Hugo: I MISERABILI.“
“I miserabili” racconta le vicende di Jean Valejan, un popolano reso "miserabile" dalla società che non riesce a soddisfare i suoi bisogni primari. Jean, per aver rubato del pane, finisce in prigione dove resterà per quasi venti anni a causa dei ripetuti tentativi di evasione.E’ un'opera colossale ed è uno dei romanzi cardine del XIX secolo europeo. I suoi personaggi sono appartenenti agli strati più bassi della società, una sorta di sottopalco, i cosidetti Miserabili: persone cadute in miseria, ex forzati, prostitute, poveri spazzacamini, studenti in povertà.A Peppe ,avendo solamente due fidi consiglieri,basterà trovarne almeno nove di miserabili,contrari alla sfiducia o assenti per vari motivi, e solo così otterrà la fiducia o il ritiro della mozione.Caro Peppone… l’impresa è ardua e tutta in salita perché con un monocolore puoi andare solo con il monopattino macinando solamente pochi chilometri.E in questa lotta culturale con Pietro Paladino è molto probabile che saranno più i pantaloni che i miserabili.

203 - nel mezzo del cammin...

















Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
chè la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura !

Tant’è amara che poco più è morte;
ma per trattar del ben ch’io vi trovai,
dirò dell’altre cose ch’io v’ho scorte.

Io non so ben ridire com’io v’ entrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.

I versetti 1-12 del I canto dell’inferno di Dante sicuramente avranno stimolato l’esimio Professore Francesco Toia ad accettare di essere nominato assessore nella terza giunta Motisi; ma il noto rappresententante della cultura partinicese riuscirà ad emulare il sommo poeta? O con questa amministrazione rimarrà impantanato nella selva oscura ? I pochi giorni di vita del governo Motisi gli permetteranno di visitare solamente alcuni gironi dell’inferno; e il purgatorio ed il paradiso lo attenderanno invano perché la sfiducia ,salvo imprevisti,è imminente.